«Raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio».

Questo significa che «nessuno di noi può dire: ma io non c’entro, sono loro che governano. No, io sono responsabile del loro governo e devo fare del mio meglio perché loro governino bene, partecipando alla politica come posso. La politica, dice la dottrina sociale della Chiesa, è una delle più alte forme della carità, perché è servire il bene comune. E io non posso lavarmene le mani: ciascuno di noi deve fare qualcosa. Ma ormai abbiamo l’abitudine di pensare che dei governanti si deve solo chiacchierare, parlare male di loro e delle cose che non vanno bene».

Forse il governante è un peccatore, come lo era Davide. Ma io devo collaborare, con la mia opinione, con la mia parola, anche con la mia correzione: non sono d’accordo per questo, per questo. Dobbiamo partecipare al bene comune. A volte abbiamo sentito dire: un buon cattolico non si interessa di politica. Ma non è vero: un buon cattolico si immischia in politica offrendo il meglio di sé perché il governante possa governare».

Qual è allora «la cosa migliore che noi possiamo offrire» ai governanti? «È la preghiera» «È quello che Paolo dice: pregate per il re e per tutti quelli che hanno potere». Ma «si dirà: quello è una cattiva persona, deve andare all’inferno. No, prega per lui, prega per lei, perché possa governare bene, perché ami il suo popolo, perché sia umile. Un cristiano che non prega per i governanti non è un buon cristiano. Bisogna pregare. E questo  non lo dico io. Lo dice san Paolo. I governanti siano umili e amino il loro popolo. Questa è la condizione. Noi, i governati, diamo il meglio. Soprattutto la preghiera».

«Preghiamo per i governanti  perché ci governino bene. Perché portino la nostra patria, la nostra nazione avanti, e anche il mondo; e ci sia la pace e il bene comune. Questa parola di Dio ci aiuti a partecipare meglio alla vita comune di un popolo: quelli che governano, con il servizio dell’umiltà e con l’amore; i governati, con la partecipazione, e soprattutto con la preghiera».

(Papa Francesco)